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Il Training Autogeno come preparazione psicofisica al parto
Il
Training Autogeno ideato da J. H. Schultz è un metodo di rilassamento
psicofisico rivolto alla persona nella sua interezza ed unità mente-corpo.
Indicato nei disturbi dell’apparato digerente, respiratorio e circolatorio
collegati ad una situazione di stress e nelle turbe del sonno.
Il T. A. si è
mostrato molto utile nella preparazione psicofisica al parto in quanto
rappresenta un utile strumento che, in seguito all’allenamento sistematico,
permette un più profondo e rapido recupero di energie, la capacità di indursi
alla calma, una migliore regolazione delle funzioni corporee involontarie
(apparato cardiocircolatorio, viscerale, respiratorio) ed una modificazione del
vissuto di dolore che ne diminuisce la percezione.
Inoltre l’ascolto del proprio corpo porta ad una
migliore coscienza di sé.
Il Training Autogeno come preparazione al parto fa riferimento al lavoro di Piscicelli: “Training Autogeno Respiratorio (RAT)” e si è dimostrata una tecnica particolarmente utile in quanto il rilassamento “autogeno” non ha bisogno di alcun supporto esterno e determina una maggiore fiducia e senso di autoefficacia nella partoriente; inoltre l’allenamento sistematico permette di riprodurre spontaneamente il respiro diaframmatico. Con il rilassamento si impara a concentrarsi su alcune sensazione ed a lasciarsi andare con la mente evocando sensazioni piacevoli, ma anche eventuali ansie e paure, che vengono poi discusse in modo da sciogliere possibili blocchi emotivi. Il dolore viene ridotto grazie all’allenamento che permette di liberare la tensione fisica ed emotiva, che amplifica la percezione dolorosa.
Applicando
questo metodo si recupera energia tra una contrazione e l’altra, con la
possibilità di giungere più riposate alla fase espulsiva, riducendo il dolore
del parto ed i tempi del travaglio. L’apprendimento richiedo un certo impegno
personale ed un costante allenamento; il Training Autogeno è una metodica
essenzialmente mentale e non allena la muscolatura che viene impegnata nel
parto, per questo è consigliabile integrarlo con tecniche ginniche.
Nella pratica clinica pongo particolare attenzione al colloquio preliminare per la valutazione dell’idoneità psico-fisica del soggetto al fine di evidenziare controindicazioni o situazione che richiedono una modificazione alla tecnica standard o la supervisione di un medico. La mia presentazione del Training Autogeno prevede una breve storia del metodo, per poi illustrare gli effetti fisiologici dello stress e come il T. A. si proponga di regolarizzare le funzioni corporee interrompendo quel circolo vizioso e permettendo di recuperare una condizione di benessere, intesa come assenza di stress.
Enfatizzo l’importanza dell’allenamento, in quanto il Training Autogeno deve diventare uno “strumento del e per il paziente”.
Sono date informazioni sulla postura, sull’abbigliamento e sull’ambiente, e caldamente sconsiglio l’ascolto di musica, anche se rilassante, al momento dell’esercizio, in quanto credo sia importante allenarsi senza l’ausilio di strumenti per poter poi utilizzare la tecnica “liberamente” in qualsiasi circostanza il nostro corpo la necessiti.
Per quanto riguarda il protocollo, lascio libero spazio alla fantasia: annotare sensazioni fisiche ed emotive nel modo in cui si preferisce, a parole come in un diario, con disegni, oppure attraverso una musica, una canzone o una scultura.
Il corso di Training Autogeno come preparazione al parto prevede dai 7 ai 10 incontri. Ogni incontro inizia con l’elaborazione dei vissuti sull’allenamento eseguito a casa e la presentazione del nuovo esercizio che comprende la discussione dei significati psicologici legati ad esso e l’esecuzione stessa. Alla ripresa è dato spazio per la verbalizzazione dei vissuti suscitati dal rilassamento, la discussione di eventuali difficoltà fino alla condivisione di eventuali immagini spontanee ed emozioni legate al particolare momento della gravidanza.
Viene eliminato l’esercizio del presso solare, in quanto la zona della pancia è sentita dalle partorienti come “già abitata” al bambino, e la sensazione di calore che suscita è spesso vissuta come fastidiosa.
Sono date informazioni aggiuntive rispetto alla tecnica ortodossa di Schultz sul respiro diaframmatico, indicando la differenza tra “respiro di petto” e “respiro diaframmatico” e facendo esercitare il soggetto. Inoltre, sono date inoltre indicazioni anche su esercizi attivi di bonificazione del pavimento pelvico che risultano importanti nel momento del parto.
L’esperienza del Training Autogeno come preparazione al parto si è rivelata molto positiva per le partorienti che, oltre ad intraprendere un percorso di consapevolezza del proprio vissuto corporeo, hanno avuto l’opportunità di soffermarsi e riflettere sui cambiamenti specifici che ne loro corpo si stavano compiendo, raggiungendo una migliore comprensione del delicato momento della gravidanza e del suo significato per la donna oltre che per il bambino.